La campagna di commercializzazione 2017/18, secondo ISMEA, si è chiusa evidenziando una ripresa delle quotazioni all’origine del frumento: +8,3% sul 2016/17 per il frumento duro, quotato a un valore medio di campagna di 210,03 euro/t, e +7,1% per il frumento tenero a 187,70 euro/t. Il mese di luglio 2018, che coincide con l’esordio della campagna di commercializzazione 2018/19, ha evidenziato un lieve aumento congiunturale dei prezzi di entrambi i prodotti: +3,3% per il frumento duro che ha raggiunto 201,45 euro/t e +1,3% per il frumento tenero a 184,21 euro/t; tuttavia, il confronto con i listini di luglio 2017 mostra che il frumento duro si attesta su prezzi inferiori dell’8,6%, mentre il frumento tenero rimane sostanzialmente stabile (-0,4%). Gli unici dati ufficiali ad oggi disponibili sull’andamento produttivo nazionale dei frumenti sono quelli diffusi dall’ISTAT
lo scorso febbraio: queste informazioni stimano per il 2018 un calo dell’1,8% delle superfici a frumento duro e un aumento del 4,5% di quelle a frumento tenero. Indicazioni più recenti, ma ancora provvisorie territorialmente frammentarie, provengono da informazioni quali quantitative raccolte dall’ISMEA presso alcuni interlocutori privilegiati. In linea generale, le indicazioni ISTAT circa le superfici investite verrebbero confermate, anche se a tassi di variazione differenti per i due prodotti.
Nello specifico del frumento duro, infatti, il calo delle superfici potrebbe essere molto limitato a livello nazionale dato che solo in Sicilia è stata segnalata una flessione di circa il 5% degli investimenti, mentre le superfici delle altre principali regioni di riferimento per la coltura dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili.
Nel caso del frumento tenero le indicazioni sono per un +2% medio nazionale con aumenti in tutti i maggiori areali produttivi del Nord Italia. Sul fronte produttivo vengono rilevate forti criticità in termini di rendimenti unitari e di qualità della granella a causa del caldo anomalo primaverile durante le fasi di fioritura e le intense piogge di luglio che hanno ritardato le operazioni di trebbiatura. Le rese a ettaro molto probabilmente risulteranno più basse dello scorso anno, soprattutto per il frumento tenero per il quale in alcuni areali del Centro Nord sono state segnalati cali delle rese anche del 20%. Il raccolto 2018 dovrebbe essere caratterizzato da un peso ettolitrico e da un contenuto proteico poco soddisfacente; nello specifico del frumento duro, poi, la granella potrebbe registrare fenomeni di slavatura che, unitamente al basso peso ettolitrico, inciderebbe negativamente in termini di resa in semola. Tra gennaio e aprile 2018 il disavanzo commerciale in valore del frumento tenero è peggiorato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in conseguenza dell’aumento dei prezzi medi all’import e soprattutto delle quantità richieste all’estero.La bilancia commerciale del frumento duro ha evidenziato nel periodo gennaio – aprile 2018 un significativo miglioramento tendenziale del deficit
in valore in ragione della consistente riduzione di volumi in ingresso, cui è corrisposto anche il calo dei valori medi all’import. Il calo dell’import è da attribuire in misura sostanziale alle provenienze dal Canada che si sono quasi azzerate nel confronto tendenziale; nel corso dei primi quattro mesi dell’anno infatti si sono importati
esigui volumi solo a gennaio e marzo. Questa dinamica è conseguenza delle preoccupazioni generate tra gli operatori della filiera per l’utilizzo del glifosate per la coltivazione della granella canadese.
Nei primi quattro mesi dell’anno, l’avanzo commerciale della pasta di semola è migliorato su base tendenziale grazie all’aumento dei volumi esportati, mentre i valori medi all’export sono risultati in lieve flessione (-0,9%). Il dato cumulato gennaio – aprile 2018 ha mostrato, infatti, una crescita del surplus (+9,8% a 535 mln di euro) ed i volumi esportati sono aumentati a 589 mila tonnellate (+11,7%). Nel caso dei prodotti della panetteria e biscotteria, invece, l’attivo di bilancio si è ridotto (-2,5% a 329 mln euro) a causa esclusivamente del calo dei valori medi unitari all’export, i volumi inviati oltre confine infatti sono aumentate del 5,8% raggiungendo 169 mila tonnellate. In base alle ultime indicazioni dell’IGC, l’offerta mondiale di frumento nel 2018 dovrebbe perdere circa il 5% dei raccolti record dello scorso anno scendendo a 721 milioni di tonnellate. A livello territoriale, il calo produttivo dovrebbe risultare più consistente in Russia, Ucraina e Kazakistan ed anche nella UE; al contrario, i raccolti del Nord America e Australia vengono stimati in aumento. Nello specifico delle due tipologie di frumento, la dinamica produttiva evidenzia una contrazione dei raccolti di frumento tenero (-5,3% sul 2017 a 683 milioni di tonnellate) e un aumento del frumento duro (+3,0% a 38 milioni di tonnellate).
Le più aggiornate indicazioni disponibili sui fondamentali di mercato del frumento evidenziano elementi che potrebbero imprimere un andamento rialzista delle quotazini della granella durante la campagna di commercializzazione appena cominciata. L’ultimo aggiornamento dell’IGC, infatti, stima che i volumi raccolti complessivi di frumento possano rimanere su livelli inferiori alla domanda, comportando così una contrazione delle scorte in tutti i principali paesi esportatori.
“Il Giallone”