Il rapporto Usda di ottobre per quanto riguarda il mais non cambia in modo radicale le previsioni già diffuse. Lievi ritocchi ad alcune produzioni nazionali, confermano la produzione 2018 ad oltre 1 miliardo di tonnellate per 68 milioni. Non mutano in modo sostanziale nemmeno i rapporti di forza, almeno a livello produttivo: gli Usa si confermano maggior produttore mondiale, seppure con una quota erosa progressivamente attorno ai 370milioni di tonnellate, 35% sul mondo e pur in presenza di un miglioramento, limitato al +1%, rispetto all’anno scorso. Tra i paesi in miglioramento, spicca il Brasile che ritorna oltre i 90milioni di tonnellate, recuperandone 12 e portandosi al 15% sul mondo. La Cina si mantiene a 225milioni di tonnellate, ad uso e consumo interno. Il primato del miglioramento percentuale spetta però alla Serbia che sappiamo non essere soltanto una curiosità statistica: +75% grazie al recupero di 3milioni di tonnellate che riportano la sua produzione a 7milioni. La Ue si muove poco attorno a 60milioni di tonnellate e chiude la pattuglia dei paesi a produzione in calo, seguendo la Russia (2milioni, 17%) e l’Argentina che si riporta a quota 32milioni dopo averne raggiunti 42 lo scorso anno (22%). Apriamo la finestra sulla Cina per curiosità e fame di conoscenza. Con 225milioni di tonnellate, la sua produzione di mais tocca il nuovo primato, con un miglioramento del 4% sullo scorso anno e del 3 sulla media del lustro. La resa ettariale prevista è di 6,1 tonnellate, applicata ad una superficie di 36,5milioni di ettari, valore inferiore al trend di lungo corso, spinto verso il basso da politiche nazionali finalizzate alla riduzione dei sussidi e di altri programmi di sostegno.